La mostra
Dal 22 giugno 2003, al pianterreno della casa archivio ed in una ex baracca del lager si presenta la nuova mostra permanente. L'esposizione non è strutturata cronologicamente ma per tematiche. Mentre nella baracca si presentano le sorti dei prigionieri di guerra sovietici a Zeithain, la casa archivio comprende cinque sezioni tematiche. Una è costituita da un'introduzione all'argomento della prigionia durante la seconda guerra mondiale e un'altra è dedicata all'istituzione del campo. Un'altra sezione è dedicata agli internati militari italiani ed ai soldati dell'armata polacca della rivolta di Varsavia del 1944. Il rapporto tra la popolazione tedesca ed i prigionieri di guerra è al centro della quarta sezione, mentre l'ultima si occupa del rimpatrio dei prigionieri sovietici nonché dell'inchiesta sulla morte di massa a Zeithain nel 1946.
Il concetto della mostra così realizzata punta sul principio didattico dell'apprendimento esplorativo. L'idea centrale dell'architetto irlandese Ruarí O'Brien, il cui studio di Dresda è stato incaricato dell'alle-stimento, è quello di stimolare alla ricerca, all'indagine e alla scoperta, nella speranza che la necessa-ria iniziativa dei visitatori stessi li porti ad un confronto più approfondito con le tematiche dell'esposizione, a differenza di quanto fanno altre forme di presentazione più convenzionali, che favoriscono invece un atteggiamento piuttosto passivo e puramente ricettivo dei visitatori. Gli utenti devono essere posti in condizione da poter scegliere autonomamente i tempi, le fasi ed il grado di approfondi-mento, senza essere costretti a seguire uno schema didattico proposto dagli insegnanti, dal personale pedagogico o dall'impostazione specifica della mostra, ed essere quindi motivati per un processo di apprendimento autonomo. Con la separazione tra i piani di percezione visiva e di approfondimento si cerca di tener conto delle differenti esigenze di informazione dei visitatori.
Finora non è stato possibile effettuare delle ricerche sistematiche dei resti del lager, dato che si trattava di una zona militare interdetta che nel frattempo era stata posta in vendita da parte della Regione Sassonia. Dopo il fallimento della privatizzazione è previsto a medio termine, in cooperazione con l'Ente archeologico regionale della Sassonia, di rilevare e documentare i resti delle costruzioni dell'ex area del campo nell'ambito di workshop internazionali, per renderli magari parzialmente accessibili ai visitatori con l'allestimento di un percorso didattico, nel rispetto dei vincoli della tutela della natura. Attualmente i visitatori hanno la possibilità di informarsi sull'ex area del lager mediante due pannelli plurilingui che si trovano nei pressi dell'ex ingresso principale al lager nella vecchia Frankfurter Strasse, dietro alla stazione di Jacobsthal.